venerdì 16 ottobre 2009

IL DIFFICILE MESTIERE DI TORQUEMADA

Nel 1481 Isabella di Castiglia e Ferdinando il Cattolico (i Re di CristoforoColombo), sovrani di Spagna dopo aver sconfitto i Mori , inaugurarono il tribunale dell'Inquisizione e affidarono a padre Tomàs de Torquemada il compito di trovare e punire i conversi, cioè i mori e gli ebrei che, costretti a diventare cattolici, continuavano in segreto a credere nelle loro religioni. Ne furono processati e giustiziati 13.000 e 200 mila ebrei furono costretti a scappare in esilio...
Poi toccò agli omosessuali e infine alle figure politiche che davano fastidio ai potenti di turno. Insomma due sovrani bigotti e vendicativi che fecero scuola certamente fino alle dittature moderne in occidente ma con esempi oscuri anche in tempi recentissimi.

L' autodafé era la cerimonia pubblica dell' Inquisizione in cui veniva eseguita la sentenza di condanna. La parola significa "atto di fede" e fu il cerimoniale più impressionante messo a punto dall'Inquisizione. L'autodafé prevedeva una messa, una processione e la lettura della sentenza dei condannati. I condannati venivano trascinati in pubblico con i capelli rasati e vestiti con i sanbenitos (sacchi o mantelle gialle). Sui sacchi era già rappresentata la pena attraverso la raffigurazione di una croce di Sant'Andrea, intera se si era pentito prima della tortura, mezza se si era pentito dopo la tortura. Le fiamme indicavano chi non s'era pentito affatto e raffiguravano la pena. Per tradizione la prima seduta iniziò a Siviglia dove sei vittime, tra uomini e donne, vennero giustiziate. L'inquisizione vera e propria con gli autodafé continuò contro i protestanti, gli erasmiani, gli illuministi e gli autori dell' Encyclopédie, per citare alcuni "nemici". Toccò, tra i tanti, a Galileo Galilei e al mio omonimo, interrogato sotto tortura e condannato ad abiurare il 12 gennaio 1599. Cosa che Giordano Bruno non fece, pronunciando la famosa frase: "forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla". Fu bruciato il 17 febbraio del 1600 in Campo de' Fiori a Roma, con la lingua "serrata" affinché non potesse parlare. Nel tempo, con cerimoniali diversi spesso sotto forma di tribunali del popolo, i metodi dell'inquisizione sono risultati ideali per tutti i regimi, particolarmente per quelli comunisti e sbrigativamente per quelli nazisti. Ma questa è storia recente che tutti sanno. Esistono almeno due pregiudizi di fondo, che sorreggono e giustificano tutte le pratiche inquisitorie: il credere nella propria superiorità morale e la spettacolarizzazione dell'inchiesta con la relativa punizione. Parliamo della pretesa superiorità morale. Con una persona che vi dirà "penso di aver ragione", voi potrete sempre discutere; con una che vi dirà "sono moralmente nel giusto" non riuscirete a discutere mai. Essere nel giusto è una categoria morale assoluta. Chi lo pensa ritiene di essere un livello superiore senza bisogno di mettersi in discussione. Mai. Quando vi imbattete in un moralista, consideratelo con rispetto, ma sempre ad una prudente distanza. Non ci vuole nulla perché vi processi: in famiglia, al bar, in parrocchia, tra gli amici, nel partito, in pubblico. Il secondo aspetto, dicevamo, sta nello spettacolo della giustizia morale. L'autodafé è una rappresentazione teatrale. Una tragedia che ha bisogno del suo pubblico. Lo scopo sta nell'incutere paura ed essere allo stesso tempo didattico. Ti insegno attraverso la paura. L' Inferno è stato inventato con questo scopo. Il "villafranchese" Dante, con la legge del contrappasso, fa corrispondere una pena orribile in similitudine con il proprio peccato. I sanbenitos, la ghigliottina, la sedia elettrica, il bancone degli imputati nei processi comunisti, i video dei prigionieri di Al Qaeda e il "tintinnar di manette" sulla stampa sono autodafé tipici dell' Inquisizione, tesi ad incutere paura. E veniamo alla Commissione d' Inchiesta voluta dalla maggioranza del Comune di Villafranca. E' giusto premettere che in Italia l'istituto della Commissione di inchiesta parlamentare ha un'origine americana. Autorizza le assemblee elettive a svolgere indagini al proprio interno su temi vari. Quindi strumento di democrazia. Poi c'è l'utilizzo politico e mediatico di questo strumento. E questo è un altro paio di maniche. Credete veramente che la Commissione d'Inchiesta messa a punto dalla Maggioranza in consiglio comunale sia uno strumento di giustizia? Non credo. Non ce n'era bisogno, il Comune è saldamente in mano alla Giunta e al Vicesindaco. Cosa può impedire loro di verificare eventuali errori o abusi commessi nelle amministrazioni precedenti? Cosa può impedire loro di chiamare gli Uffici per verificare le documentazioni? Nulla. Ma non bastava, l' Inquisizione ha il suo cerimoniale e il suo autodafé. Era necessario spettacolarizzare, per puro spirito propagandistico o per puro spirito di vendetta, un utilizzo politico di un istituto che era nato democratico. Del resto è stato sufficiente osservare il clima di odio che traspariva nella seduta di Consiglio che ha istituito l'inchiesta. Di Torquemada ne ho contati almeno quattro, tralasciando il pubblico.

Giordano Bruno

Nessun commento:

Posta un commento

Con l'invio del commento, Accetto le modalità di trattamento e di utilizzo dei miei dati personali e le condizioni e termini generali del servizio.